Tipi di miele

Miele monoflora.

Il miele monoflora è quello che deriva da un solo tipo di nettare, quindi da un’unica specie vegetale. Tale produzione è possibile grazie alla capacità delle api, quando si trovano a bottinare una fioritura abbondante e di un’unica specie, di raccogliere tutto il nettare presente fino a quando ogni fiore è stato visitato.

Fra i più importanti e noti si inseriscono quello di Acacia, Agrumi, Corbezzolo, Eucalipto, Castagno, Tiglio, Girasole, Rododendro, Tarassaco, Sulla, Erba medica, Timo e molti altri ancora, variando a seconda della zona in cui lo sciame si trova ed alle colture presenti nell’ambiente stesso.

Per ottenere un buon miele monoflora, è importante che l’apicoltore operi immediatamente la smielatura non appena le api smettono di bottinare il nettare desiderato; si evita così che a quest’ultimo venga aggiunto nettare di origine botanica differente.

Miele poliflora

Contrariamente al miele precedentemente descritto, il poliflora deriva dalla bottinatura del nettare proveniente da diverse specie vegetali presenti in uno stesso territorio che hanno epoche di fioritura simili.

Il nettare bottinato viene successivamente immagazzinato nei favi senza distinzione tra le varie specie. Questa particolare raccolta fa sì che il miele poliflora non è mai uguale a se stesso, ma sempre diverso a seconda della flora presente al  momento della bottinatura e all’andamento climatico che si instaura nel corso della fioritura delle varie specie, nasce così il Miele millefiori.

Miele di melata

In determinati ambienti vegetazionali quali possono essere i boschi, in particolari condizioni climatiche come ad esempio la siccità estiva, le api possono trovare nella melata una fonte di carboidrati alternativa al nettare.

Per spiegare cosa è la melata, diciamo che essa può manifestarsi con due modalità.
Può essere fisiologica se la pianta, in particolari condizioni climatiche, secerne questa sostanza zuccherina come difesa naturale o può essere parassitaria. In quest’ultimo caso la melata è prodotta da insetti, come afidi, cicaline e cocciniglie, che succhiando la linfa delle piante per nutrirsene, espellono il liquido in eccesso; una sostanza ricco di zuccheri che prende il nome, appunto, di melata. Le piante interessate principalmente alla produzione di melata sono di solito quercia, castagno, faggio, tiglio e così via.

Le stille di melata, rimangono aderenti alle superfici fogliari, dei rami o del tronco ed a questo punto entra in azione la nostra ape che, con le stesse modalità affrontate per produrre miele dal polline, modifica la struttura della melata facendolo diventare miele, denominato miele di melata.

Il miele di melata è caratterizzato da un colore più scuro rispetto agli altri mieli oltre ad avere un aspetto abbastanza liquido.